Con future superlenti potremo vedere come Superman

Usando tecnologie sviluppate dagli astronomi per studiare il cosmo, David Williams del Center for Visual Sciences dell'Università di Rochester ha sviluppato un sistema che consente di sfondare la soglia dei 20/20, la visione ottimale per l'individuo medio.
«Immaginate che un gatto è dall'altro lato della stanza e voi siete in grado di contare tutti i peli che ha sul mantello», ha commentato Jerry Nelson, direttore della National Science Foundation Center for Adaptive Optics che ha offerto al team di Rochester finanziamenti per proseguire gli studi sulla nuova tecnologia.

Williams ha paragonato la sua invenzione «alla differenza tra televisione normale e tv ad alta definizione». «Se porti gli occhiali - ha detto lo scienziato al sito on line della rivista «Wired» - ti ricordi certamente la prima volta che li hai messi davanti agli occhi: le nuove lenti danno la stessa senzsazione, ma al livello più alto».
Il nuovo sistema è ancora sperimentale ma i primi risultati hanno attratto l'attenzione del colosso industriale Bausch and Lomb che sta studiando possibili applicazioni. «In un futuro prossimo useremo questo metodo per creare lenti a contatto che si attagliano perfettamente ad ogni tipo di occhio», ha detto la portavoce Holly Houston.

Le tecniche usate da Williams sono quelle sviluppate dagli astronomi per mettere a fuoco le immagini dei telescopi distorte dall'atmosfera della terra. L'idea è semplice: poiché nessuna cornea è realmente perfetta si tratta di aggiustarne i «microdifetti» fino a eliminarne ogni anomalia.
Williams perciò fotografa l'occhio del suo soggetto facendo passare la luce riflessa dalla cornea attraverso una gamma di microlenti che la spezzano in 217 raggi diversi. In questo modo, in meno di un trentesimo di secondo, viene costruita una vera e propria mappa oculare le cui misure sono inviate a uno specchietto deformabile ultrasensibile che nasconde al suo retro 37 piccoli pistoni.

Questi pistoni premono su diversi segmenti dello specchio creando micro-aggiustamenti che correggono le specifiche distorsioni del soggetto studiato. Sono aggiustamenti infinitesimali, pari a un cinquantesimo di un capello umano, ma il risultato è eccezionale: «Gli occhiali tradizionali correggono solo due tipi di difetti: astigmatismo e messa a fuoco», ha spiegato Williams: «Col nostro sistema riusciamo a misurare e correggere 65 irregolarità diverse».

(sda)