I blocchi, vere e proprie casseforti di marmo
richiuse con gesso trattato e colorato in modo da ricostituire l'
integrità della superficie, non potevano essere scoperti nè da un
controllo visivo nè dai cani antidroga.
In questo modo sono arrivati in Italia 191 chilogrammi di cocaina purissima destinata al mercato lombardo, sequestrati dalla
guardia di finanza, che è intervenuta proprio nella fase cruciale
dello scambio. L'operazione è stata compiuta dopo una lunga serie
di appostamenti e di pedinamenti lungo tutta la dorsale adriatica,
realizzati in collaborazione tra i gruppi operativi antidroga di
Milano e Bari.
Per arrivare in Italia, la droga seguiva la strada del trasporto
merci tra due aziende della lavorazione del marmo riconducibili ad
uno dei presunti trafficanti arrestati. La prima, la Italagreco a
Santa Fè de Bogotà, si occupava di spedire i marmi in Italia dove,
giunti su navi mercantili, venivano trasportati su camion ad Andria
negli stabilimenti della Comar. Qui la cocaina estratta dai
blocchi, veniva depositata in pilastri in cemento armato da dove
veniva volta per volta estratta per essere venduta in partite.
Nella villa della proprietaria della Comar, sempre ad Andria, i
finanzieri hanno sequestrato un miliardo e duecento milioni in
lire, dollari Usa, fiorini olandesi e marchi tedeschi.
(sda)