Ffuturo roseo per portali finanziari - ma solo per pochi

Stando ad uno studio di Swissinvest, sono circa 200 000 gli svizzeri che acquistano e vendono azioni direttamente sul web. A titolo di esempio negli Stati Uniti nell'aprile di questo anno gli investitori online erano già 30 milioni.

Sebbene i test effettuati dalle riviste specializzate continuano a ripetere che la compravendita con il mouse è ancora lungi dall'essere semplice e senza problemi, gli esperti insistono nel ritenere che il settore avrà un futuro d'oro. La SWX stima che nel 2002 il 25 % delle transazioni avverrà in rete.

Per la clientela privata Internet ha cambiato parecchio l'approccio. Ora è possibile accedere ad informazioni che fino a pochi anni or sono erano riservate ai soli dipendenti di banca: corsi in tempo reale, notizie finanziarie, rapporti trimestrali delle imprese, tutto consultabile sul computer di casa.

E proprio per gestire questa miriade di informazioni è stato creato il portale finanziario: si tratta di una pagina web costantemente aggiornata che riassume in poco spazio tutte le informazioni relative al tema, con numerosi link che permettono di approfondire i vari aspetti economici.

Attualmente in Svizzera, accanto alle pagine di accesso di banche, assicurazioni e broker, esistono tre portali finanziari veri e propri: Swissquote, Borsalino e Swissinvest. A partire dal gennaio 2001 sul mercato entrerà anche «Finanzfachmarkt AG», joint venture di Credit Suisse, Bluewin (filiale di Swisscom) e del gruppo editoriale zurighese TA-Media.

A prima vista può soprendere che all'operazione partecipi Credit Suisse, che nell'e-banking ha già una forte posizione grazie a Youtrade e a Yourhome. Si tratta in pratica di un cambiamento di strategia. «Invece di proporre tutti i servizi in proprio, la banca vuole collaborare maggiormente con altri partner, afferma Ruth Stadelmann del CS.

Credit Suisse cerca insomma di raggiungere nuovi clienti, e per farlo accetterà di buon grado che il portale offra non solo i servizi di Youtrade, ma anche quelli della concorrenza. La ragione di fondo: più un portale è interessante e variegato, maggiore è anche la presa sui clienti, spiega Stephan Meyer di Swissinvest. Ciò aumenta la possibilità che l'utente avvii una lunga relazione d'affari con la banca.

Un portale finanziario può infatti guadagnare solo se può mostrare di avere un largo seguito. Sia le entrate pubblicitarie prodotte dai banner che la partecipazione alle entrate che i broker ricevono per ogni transazione dipendono infatti dal numero di clienti che giorno dopo giorno caricano la pagina sul loro schermo.

Il grosso problema attuale è che i clienti devono essere attratti con «zuccherini» come i corsi e le notizie, che sono offerti gratis al consumatore ma che costano non poco ai gestori del portale. A titolo di esempio la borsa svizzera chiede una tassa da 4.50 a 7.50 franchi al mese per utente. «Non possiamo vendere i nostri dati alle agenzie e contemporaneamente offrirli gratis su Internet», si giustifica il vicedirettore di SWX Peter Keller.

Per i portali una tariffa di questo tipo provoca costi nell'ordine di milioni di franchi, ma SWX non intende mutare la sua politica di fondo, sebbene segnali di essere pronto a discutere «soluzioni eque» per portali con un numero di utenti molto elevato.

Anche le notizie finanziarie, che i portali devono assolutamente offrire, non sono gratis, tutt'altro. Sul medio periodo non tutti si potranno permettere le tariffe impste dalle grandi agenzie. La conclusione? «La compravendita di titoli online diventerà un mercato enorme, ma saranno pochi quelli che avranno i mezzi per gestirlo», si dice convinto Keller.

(sda)