Forum di Crans-Montana: globalizzazione - sicurezza e integrazione

Nel suo intervento di venerdì, Couchepin ha sottolineato che alcune nazioni sono troppo povere per prendere parte al processo di mondializzazione. È inoltre necessaria la piena adesione della classe politica affinché questo tipo di evoluzione venga coronata dal successo, ha aggiunto.

Nel corso dei dibattuti i rappresentanti di numerosi governi africani hanno rivendicato il diritto di partecipare a pieno titolo alla globalizzazione senza dover subire le regole imposte dai paesi occidentali. Per essere presi in considerazione a livello internazionale - hanno affermato - sono però necessari aiuti economici che permettano di superare l'handicap di partenza.

Ha suscitato numerose discussioni la definizione del ruolo dell'uomo in un processo che tende ad essere essenzialmente economico. Il ministro della sanità dello Zimbabwe Timothy Stamps, intervenuto oggi nell'ultima giornata del Forum, ha sottolineato come la globalizzazione abbia fatto molto per i mercati e molto meno per le popolazioni: le vere opportunità vengono date solo ai ricchi, ha aggiunto.

Sicurezza e democrazia erano l'altro tema in dicussione a Crans- Montana. Il consigliere federale Joseph Deiss ha affermato ieri che la promozione della democrazia e della sicurezza nei Balcani deve avvenire soprattutto grazie alla collaborazione tra la comunità internazionale e la popolazione locale. Il ministro degli esteri ha però ammesso che si tratta di un compito tutt'altro che facile. Il principale ostacolo è rappresentato dalle disparità etniche e regionali caratteristiche dei Balcani.

Deiss ha sottolineato come la democrazia sia un tema da affrontare in tutta l'ampiezza dei suoi aspetti. Non ci si può infatti limitare alla politica, ma si deve anche integrare parametri come la lotta alla corruzione e il rispetto dei diritti umani.

Carl Bildt, inviato speciale del segretario generale dell'ONU per i Balcani, ha ammesso che i mezzi a disposizione sono limitati. La regione in questione ha un peso politico troppo esiguo: rappresenta il 7 % della popolazione e lo 0,7 % del prodotto interno lordo dell'Unione europea (Ue).

Il patto di stabilità è stato «ridotto in bricciole» dalla situazione in Macedonia. Ormai è necessario passare dall'idea di indipendenza a quella di interdipendenza tra Stati, ha aggiunto Bildt.

Secondo Branko Lukovac, ministro degli affari esteri del Montenegro, l'Europa non è riuscita a gestire i problemi dei Balcani. Quanto è stato fatto è venuto soprattutto dai paesi balcanici stessi. Malgrado ciò il futuro passa dall'Ue: «lo sognamo, ma ciò non basta», ha concluso Lukovac. Il ruolo dell'Ue «può essere immenso», ha aggiunto Visnja Samardzija, vice ministro croato per l'integrazione europea. La regione non potrà mai arrivare da sola a una crescita economica sufficiente. L'allargamento dell'Ue dovrà assumere una definizione meno restrittiva di quella attuale.

(sda)