Giappone: Aids - assolto imputato scandalo sangue infetto

La pubblica accusa, che aveva denunciato durante il lungo processo, cominciato nel marzo del 1997, la collusione tra burocrazia ministeriale, Case farmaceutiche e medici e aveva chiesto la condanna a tre anni di carcere, si è detta «sorpresa» e ha annunciato ricorso. La lettura della sentenza in un'aula gremita di pubblico, è stata accolta da mormorii di disapprovazione e dal pianto di disperazione dei parenti delle vittime.

Abe era considerato il massimo esperto giapponese nel trattamento degli emofiliaci fondato su farmaci coagulanti. Era stato accusato della morte di un paziente di 31 anni avvenuta nel 1991, per non aver previsto la diffusione del terribile morbo dell'aids attraverso farmaci coagulanti infettati dal virus Hiv perchè non riscaldati.

«Lo scandalo del sangue infetto è stato un fatto gravissimo - ha sentenziato il giudice - ma era praticamente impossibile, anche se teoricamente possibile, per l'imputato prevedere le conseguenze mortali della somministrazione di farmaci non trattati con il calore. Inoltre nella prima metà degli anni '80 non si disponeva di dati certi sulla natura del virus dell'Hiv».

La pubblica accusa aveva invece sostenuto che Abe, pur essendo a conoscenza dei rischi mortali per i pazienti emofiliaci dei coagulanti non trattati con il calore, aveva continuato a somministrarli a causa dei suoi stretti legami con le società farmaceutiche e con i burocrati del ministero della sanità.

Il processo contro Abe è uno dei tre procedimenti in piedi per lo scandalo del sangue infetto dal virus Hiv. In uno degli altri due, lo scorso anno un tribunale di primo grado ha riconosciuto colpevoli tre ex dirigenti della Casa farmaceutica 'Green Cross Corp', che hanno presentato ricorso, e l'altro riguarda l'ex alto funzionario del ministero della sanità Akihito Matsumura, anch'egli accusato di omicidio colposo. La sentenza in questo processo è attesa per settembre.

(bb/sda)