Invecchiare, secondo quanto ha confermato la ricerca, non significa più rassegnarsi a un inevitabile decadimento delle attività cerebrali perchè, anche in tarda età, un cervello allenato nei modi dovuti continua a rigenerarsi.
Solo pochi anni fa gli scienziati credevano che i neuroni cessassero di crescere già a cinque anni, per poi diminuire costantemente col passare del tempo. Ora si sa che perfino negli anziani vi può essere una crescita neuronale.
La ginnastica consigliata è una costante attività mentale. Il miglior alleato è la lettura, mentre il peggior nemico è la televisione, davanti a cui il cervello assume un atteggiamento neutrale.
Anche l'esercizio fisico, tuttavia, non va trascurato poiché spesso una cattiva memoria è da legare a malattie cardiovascolari, al diabete e a una dieta eccessivamente grassa.
Ma c'è di più: il dottor Amir Soas dell'Università di Cleveland sostiene che l'esercizio fisico e mentale è in grado di ridurre il rischio di contrarre il morbo di Alzheimer nei soggetti più esposti.
«Se in una famiglia ci sono stati casi di Alzheimer - dice Soas - chi ha un'età tra i 20 e i 30 anni è bene che inizi a rafforzare i fattori protettivi».
Analizzando un campione di 550 persone, i ricercatori della Case Western University Medical School di Cleveland hanno messo in
evidenza che i soggetti con un'attività fisica e cerebrale meno attiva hanno il triplo delle possibilità di ammalarsi di Alzheimer.
A provare che un training cerebrale è consigliabile fin dalla prima infanzia sono anche i risultati di alcuni recenti studi, che
mettono in relazione i rischi del morbo al tipo di istruzione ricevuta: anche in questo caso, i più colti sarebbero i più fortunati.
(sda)