Lugano: inseguimento mortale di polizia

Il capo del Dipartimento cantonale delle istituzioni Luigi Pedrazzini ha dichiarato all'ats che sarebbe prematuro giudicare l'operato della polizia: pur riconoscendo che la vicenda ha sollevato qualche interrogativo, egli ritiene che per potervi rispondere occorra aspettare i risultati dell'inchiesta della magistratura.

Le generalità della vittima e del complice non sono state rese note, poiché non si è «ancora proceduto all'identificazione formale né potuto raggiungere i familiari», indicano il Ministero pubblico e la polizia cantonale in un comunicato congiunto diramato in serata. Per ora si sa soltanto che si tratta di due stranieri, entrati illegalmente ieri sera in territorio svizzero dal valico di Brogeda.

Il tragico episodio si è consumato verso le 23:40 a Molino Nuovo, poco più di un'ora dopo la denuncia del furto della vettura, perpetrato in un parcheggio nei pressi della stazione ferroviaria di Lugano. Secondo il comunicato, verso le 23:30 l'auto rubata è stata intercettata da «un funzionario di polizia in servizio con veicolo civile» mentre circolava in città. Il poliziotto ha iniziato a pedinarla, chiedendo rinforzi alla centrale, informata degli spostamenti.

Una pattuglia composta di due agenti, pure a bordo di un'auto di servizio civile, ha quindi raggiunto la vettura rubata quando questa si trovava ferma al semaforo dell'incrocio via Ciani/via Fola/via Monte Boglia. La pattuglia ha bloccato la propria auto di traverso dinanzi a quella rubata per impedirne la partenza, mentre il poliziotto che la pedinava bloccava l'accesso da dietro. Il conducente del veicolo rimasto intrappolato ha tentato di fuggire, dapprima facendo retromarcia e «urtando violentemente» l'auto di servizio della polizia, poi «cercando con altre manovre lo spazio sufficiente per la fuga».

Gli agenti hanno quindi fatto fuoco contro la vettura, colpendo due ruote con tre proiettili. Il ladro procedeva comunque la corsa. A quel punto «un agente, scansatosi repentinamente dalla traiettoria della vettura, esplodeva un colpo all'interno dell'abitacolo», che raggiungeva l'uomo al volante.

Il veicolo rubato si è quindi schiantato contro il muro che costeggia il fiume Cassarate. Il passeggero è uscito dall'abitacolo arrendendosi, mentre il conducente è stato estratto dalla polizia. Gravemente ferito, è stato ricoverato all'ospedale, dove è deceduto poco dopo per emorragia interna.

Sul posto sono intervenuti il procuratore pubblico Bruno Balestra, la polizia scientifica, la polizia giudiziaria, la gendarmeria e la polizia comunale di Lugano. Nella macchina rubata non sono state trovate armi da fuoco. C'erano però «attrezzi atti ad effrazioni, fra i quali una mazza, dei guanti, un passamontagna». Nel comunicato si precisa che, «per esigenze d'inchiesta non verranno per il momento comunicati ulteriori dettagli».

Precedente nel dicembre 1995

È la seconda volta nel giro di poco più di cinque anni che a Lugano un blocco di polizia si conclude con il bilancio di un morto. Il pomeriggio del 20 dicembre 1995, vicino alla stazione, perse la vita un passante di 75 anni, raggiunto da una pallottola vagante. Era stata esplosa da uno dei due poliziotti che avevano tentato di fermare un'auto sospetta con targhe zurighesi.

Quest'ultima era stata segnalata alla polizia, che aveva inviato sul posto una pattuglia. Quando una coppia era salita a bordo, gli agenti si erano avvicinati per procedere ad un controllo. Il conducente vi si era sottratto e si era dato alla fuga. Un agente aveva allora sparato un primo colpo contro una gomma. Dato che i fuggiaschi avevano comunque proseguito la corsa, il poliziotto aveva sparato una seconda volta, nel vano tentativo di fermarli.

Il proiettile colpì invece un pensionato luganese che camminava sul marciapiedi. Gravemente ferito, l'anziano fu ricoverato all'ospedale dove morì poco dopo. I fuggiaschi - un uomo di 28 anni e una donna di 25, entrambi svizzeri, ricercati dalle polizie di Zurigo e Sciaffusa per furto di vetture - vennero arrestati il 4 gennaio 1996 a Lugano. L'agente che esplose il colpo fatale, fu condannato il 3 febbraio 1997 a tre mesi di detenzione con la condizionale per omicidio colposo.

(kil/sda)