Macedonia: scontri etnici a Skopje, attaccate moschee

Ieri sera nella capitale colpi di arma da fuoco sono stati sparati contro la sede dell'ambasciata d'Albania mentre una decina tra chioschi, piccoli esercizi commerciali e una farmacia (tutti di proprietà albanese) sono stati saccheggiati.

Un gruppo di uomini armati e mascherati ha fatto irruzione in una pizzeria, nell'immediata periferia di Skopje, prima pestando a sangue il proprietario e poi aprendo il fuoco: uno degli avventori, un commerciante del Kosovo, è morto durante il trasporto in ospedale. Il titolare del locale, albanese anch'egli, è membro del Partito per la Prosperità Democratica, principale formazione d'opposizione albanese, e nelle ultime elezioni amministrative fu candidato sindaco per la cittadina di Kondovo.

La Comunità islamica macedone ha denunciato azioni di vandalismo compiute contro due moschee nelle città di Veles (55 chilometri a est della capitale) e a Bitola, nell'estremo sud.

Qui, dove già lunedì notte alcune centinaia di civili macedoni avevano saccheggiato e distrutto 44 negozi e ristoranti di proprietà di albanesi, le bande di estremisti sono tornate in azione colpendo un'altra dozzina di locali pubblici (tutti di albanesi o di slavi musulmani) e tentando di assaltare l'abitazione del vice ministro della Sanità, Muharrem Nexhipi, esponente del Partito Democratico Albanese (PDSH).

Incidenti simili si sono verificati anche nelle cittadine di Vinica, di Kocani e di Delcevo, quest'ultimo luogo di nascita del primo ministro Ljubco Georgevski. A Delcevo gli estremisti hanno distrutto un salone di bellezza di proprietà dell'unica famiglia albanese che vive in città, abitata per il resto da popolazione macedone.

(kil/sda)