Mucca pazza: Francia, si temono suicidi tra contadini

«Siamo sull'orlo dell'abisso», ha avvertito Luc Guyau, presidente della Fnsea, il più importante sindacato degli agricoltori, quando ha sbandierato il rischio sempre più concreto di gesti inconsulti tra i 240.000 allevatori francesi.

Nel disperato tentativo di rassicurare i consumatori Guyau ha proposto nei giorni scorsi l'abbattimento e la distruzione di tutto il bestiame bovino nato prima del luglio 1996 (un milione e mezzo di capi) ma il governo Jospin gli ha risposto picche (»non servirebbe, sarebbe troppo costoso») e non sembrano esserci adesso all'orizzonte adeguate misure-tampone per disinnescare una devastante crisi di fiducia scoppiata dopo la scoperta di almeno 92 casi di mucche pazze dall'inizio dell'anno ad oggi.

Su forte pressione del presidente Jacques Chirac e dei Verdi il governo Jospin si prepara ad annunciare un divieto temporaneo e totale delle farine animali (in teoria proibite per l'alimentazione dei bovini dal 1990, di fatto ancora molto usate) ma si tratta soltanto di un palliativo.

Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal domenicale parigino 'Journal de Dimanche' il 70 per cento dei francesi è «inquieto» per i pericoli connessi con la mucca pazza e in maggioranza è d'accordo con Chirac sulla necessità della massima allerta. Soltanto un francese su tre è d'accordo con l'approccio cauto, attendista, «razionale» del primo ministro Lionel Jospin.

Di queste ansie emerse dal sondaggio ne sanno d'altronde qualcosa di molto concreto i macellai: nel giro di una settimana hanno visto il mercato del manzo - attorno al quale ruotano in tutto circa 350mila posti di lavoro - precipitare di circa il 40 per cento. Fa paura soprattutto la bistecca con l'osso e la carne tritata.

Il risultato è che la maggior parte dei mattatoi funziona a regime ridotto. Se si avanti così ci sarà un'eccedenza di 120.000 mucche al mese, con inevitabile crollo dei prezzi. E sarebbe senz'altro un altro colpo durissimo se sulla scia di paesi come Spagna e Russia anche l'Italia - principale importatrice del 'boeuf' francese - optasse per l'embargo.

Nel difficile compito di rassicurare i consumatori spaventati si è intanto cimentato oggi il più celebre baffone di Francia, Josè Bové, eroe anti-mondializzazione, leader della Confederazione contadina.

Per Bové la maggior parte delle mucche pazze francesi è stata scoperta in aeree ben precise dell'ovest del paese e la piaga è senz'altro riconducibile all'utilizzo di famigerate farine animali importate dalla Gran Bretagna prima del 1996. La Confederazione Contadina ha inoltrato al ministero della Giustizia una lista delle società importatrici di queste farine, nella speranza che si possano così individuare le mandrie più a rischio e circoscrivere di conseguenza i focolai di encefalopatia spongiforme.

(la/sda)