Si tratta, ha dichiarato oggi Besomi all'ats, di «un tentativo
di demolire la SPA di Bellinzona e la mia persona» ordito da
qualcuno che milita in un'altra sezione della SPA. Intanto sia la
SPA di Bellinzona sia Besomi hanno deciso di querelare il
settimanale di Giuliano Bignasca.
«Ieri sera il comitato si è riunito e ha deciso di sporgere
denuncia penale per calunnia, furto di documenti e danno morale»,
ha precisato il presidente della SPA di Bellinzona. Quest'ultima e
Besomi si sentono gravemente lesi dalle affermazioni del «Mattino».
Da quando è stato pubblicato l'articolo che parla di eutanasie
troppo frequenti al rifugio della SPA bellinzonese, il telefono
squilla in continuazione. Molti soci si sono mostrati preoccupati
ed hanno chiesto spiegazioni, minacciando le dimissioni.
«Tutto può essere smentito, punto per punto», afferma Besomi,
che ha convocato una conferenza stampa domani mattina per
dimostrare la propria innocenza. Egli aggiunge di avere testimoni e
documenti che proveranno la correttezza del suo operato.
Solo le date citate dal domenicale sono giuste. Si trattava però
di animali colpiti da parvovirosi: all'epoca i bastardini non
venivano vaccinati contro questa contagiosa e letale malattia,
spiega Besomi. Così al rifugio erano stati portati cuccioli
ammalati che erano morti rapidamente.
Besomi evoca anche casi di persone che non se la sentono di far
sopprimere il cane o il gatto incurabile oppure non vogliono
sostenere le spese per il veterinario e la cremazione e che li
abbandonano al rifugio della SPA. Questa deve quindi provvedere
all'eliminazione.
Non corre buon sangue
All'origine delle accuse, secondo Besomi, ci sarebbero gelosie
per il successo che riscuote la sezione bellinzonese della SPA. In
particolare punta l'indice contro la presidente della sezione di
Locarno e Vallemaggia, Liliana Neury. Sarebbe stata lei a
richiedere, nel 1991, le schede citate dal «Mattino» e a non più
restituirle alla SPA di Bellinzona.
«Non ho mai richiesto nessun documento», replica Liliana Neury
che si dichiara completamente estranea all'articolo in questione.
Un'affermazione confermata dal direttore del domenicale: «Siamo in
possesso delle foto e dei rapporti» che certificano i fatti
riportati. «Ci sono stati consegnati mercoledì scorso» da una
persona «che non ha nulla a che vedere con la SPA di Locarno»,
assicura Bignasca, il quale non ha rivelato la fonte delle
informazioni.
L'esistenza di dissapori fra Besomi e le altre sezioni della SPA
in Ticino viene confermata anche dagli altri quattro presidenti, i
quali sottolineano che invece fra di loro le relazioni sono buone.
I dissidi - precisano - riguardano peraltro unicamente il
presidente, non l'intera sezione di Bellinzona.
In generale, a Besomi rimproverano un autoritarismo che
impedisce qualsiasi dialogo quando le loro opinioni divergono dalle
sue. Anche il «fervore mediatico» di Besomi suscita molte
perplessità fra i suoi omologhi. Così come vengono biasimati i suoi
interventi in territori che sarebbero di competenza delle altre
sezioni.
Ciò nonostante, nessuno sottoscrive le accuse del «Mattino». La
vicenda è peraltro spiacevole per tutte le società della protezione
degli animali poiché vengono danneggiate da una pubblicità
negativa, osserva il veterinario Fausto Guscetti, presidente della
sezione di Biasca.
In Svizzera la decisione di sopprimere un animale da compagnia è
di solito lasciata al veterinario curante, puntualizza il sostituto
del veterinario cantonale Luca Bacciarini. Non ci sono disposizioni
legali che stabiliscono se e quando un animale può essere
eliminato. Solitamente la decisione viene presa se l'animale è
malato o aggressivo. L'eutanasia deve avvenire in modo indolore e
rapidamente: generalmente l'animale viene dapprima addormentato e
poi gli viene fatta un'iniezione letale.
(kil/sda)