Spagna: 25 anni fa moriva 'caudillo' Francisco Franco

A un quarto di secolo dalla sua morte, il dittatore e il suo regime sono visti dagli spagnoli sopratutto come una fase storica superata, e non come un fenomeno politico rilevante: 36 anni di franchismo sembrano svaniti nell'aria, lontanissimi dalle sfide e i problemi della Spagna di Aznar.

Qualche decina di nostalgici si riuniranno alla Plaza de Oriente o di fronte alla statua equestre di Franco per inneggiare alla sua gloria, mentre a Melilla (enclave spagnolo in territorio marocchino) il finora sconosciuto 'Gruppo di graffiti antifranchista' si dedica a dipingere di viola le statue del Caudillo, ma la maggioranza né applaude né protesta. Franco appartiene ormai agli storici, che non sono teneri con la memoria del suo regime: il trauma nazionale della guerra civile (1936-39), la povertà del dopoguerra, la ferocia della repressione e la chiusura clericale e fascista degli anni della dittatura sono al centro delle loro riflessioni.

«Il franchismo, epoca buia» è il titolo scelto da Babelia, supplemento culturale del Pais di Madrid, per ricordare la dittatura. All'interno, due storici di rilievo - Javier Tusell e Antonio Cazorla - analizzano lo stato delle ricerche sul regime e la sua evoluzione, dall'allenza con Hitler alla 'tecnocrazia' dei primi Settanta. Lo «straordinario livello di repressione» del primo franchismo, dopo la sconfitta della Repubblica, è visto come un fattore importante da Cazorla, che ricorda cifre agghiaccianti: furono 'purgatì due professori universitari su tre, un diplomatico su quattro e un procuratore su cinque, mentre le esecuzioni - più o meno sommarie - arrivarono quasi alle 50mila. A questa fase è seguita (dal '45 al '59) una «fase di predominio nazional-cattolico», che portò agli anni '60, che in Spagna fu sopratutto «una fase di sviluppo autoritario tecnocratico», prima di arrivare alla lenta agonia del regime, che nel '75 condusse alla coronazione del principale, e fino ad allora sconosciuto o sottostimato, protagonista della storia spagnola contemporanea: il re Juan Carlos.

Gli storici sembrano essere d'accordo sul fatto che è in questa successione di fasi, in questa capacità di adattamento che si trova l'originalità del franchismo. «L'unica cosa paragonabile è il comunismo cinese, un regime che si mantiene intatto dalla Rivoluzione Culturale al pragmatismo di Deng, ma lì vi furono feroci lotte per il potere, mentre qui non si è quasi mossa una mosca, e nessuno ha osato toccare Franco», sottolinea lo storico Gabriel Valverdes. Altra valutazione che trova d'accordo gran parte degli esperti è il ritardo economico accumulato dalla Spagna franchista, che spiega in parte l'attuale dinamismo produttivo del paese: solo nel 1954 gli indicatori macroeconomici spagnoli raggiunsero i livelli precedenti alla Guerra Civile.

(sda)