Spagna: Eta pacco bomba a giornalista 48 ore dopo voto

Gorka Landaburu - che lavora per varie testate, tra cui il settimanale 'Cambio 16' - stava aprendo la posta nella sua casa a Zarauz, piccola località in provincia di Guipuzkoa (il cui capoluogo è San Sebastian) quando quello che pensava fosse un pacco di libri gli è esploso fra le mani.

Trasportato d'urgenza all'ospedale Nostra Signora di Aranzuzu, il giornalista ha perso il pollice e parte del palmo della mano destra. I medici l'hanno operato per tentare di ricostruire un altro dito e estrarre dal volto i frammenti di metallo proiettati dall'ordigno esplosivo.

Landabaru, iscritto al Partito Socialista (Psoe), già aveva avuto problemi con il separatismo radicale basco - nel 1998 sconosciuti avevano gettato bombe incediarie contro la sua casa - e siccome era considerato un obiettivo potenziale dell'Eta aveva la scorta, come centinaia di altre persone nel Paese Basco.

Tutti i partiti politici hanno condannato l'attentato tranne Euskal Herritarrok (Eh, braccio politico dell'Eta) che si è limitato a «lamentare la violenza prodotta dal non voler affrontare il problema politico della sovranità basca».

Intanto i partiti analizzano le prospettive politiche future nella turbolenta regione spagnola. I partiti sono alle prese con problemi differenti:

- AZNAR: La sconfitta del candidato popolare Jaime Mayor Oreja rappresenta la più dura disfatta politica della sua seconda legislatura come premier spagnolo. La strategia di attacco frontale al Pnv, assimilato al nazionalismo violento, e la scesa in campo personale di Aznar hanno provocato un effetto boomerang di orgoglio 'antispagnolò nell'elettorato basco.

- MAYOR OREJA: Una settimana fa era il ministro più popolare del governo Aznar, con oltre 300 militanti dell'Eta arrestati mentre era agli Interni, e un solido candidato alla successione del leader popolare. Ora è il leader di un'opposizione in chiara minoranza nel Parlamento di Vitoria, obbligato a rimanere nel Paese Basco per evitare che la sconfitta nel voto sfoci in un'ondata di diserzioni fra i dirigenti locali.

- SOCIALISTI: Legati a doppio filo ai popolari dal patto anti- Eta, che rapidamente è diventato anti-Pnv, i socialisti baschi, penalizzati con la perdita di un seggio, cominciano ora a studiare la possibilità di un riavvicinamento ai nazionalisti, con i quali hanno governato a Vitoria per 12 anni, mentre la sconfitta di Nicolas Redondo pone in difficoltà il leader nazionale Josè Luis Rodriguez Zapatero, accusato da settori del suo partito di subordinazione politica ad Aznar.

- PNV: Sono state le elezioni della rivincita e del rilancio nazionalista. Ibarretxe vede premiata la sua linea di «dialogo e pace», fa il pieno del voto indipendentista ma antiviolento che si è allontanato da Euskal Herritarrok (Eh, braccio politico dell'Eta) e si conferma come principale leader basco. Il suo presidente, Xavier Arzalluz, si vendica del disprezzo di Madrid annunciando l'idea di un «tavolo di trattativa» per il futuro basco, secondo il modello nordirlandese.

- NAZIONALISTI: La chiara vittoria del Pnv ha contagiato gli altri movimenti del nazionalismo spagnoli. Jordi Pujol, presidente della Generalitat (governo autonomo) catalano, ha già parlato di «sconfitta dell'arroganza di Madrid» e il Blocco Nazionalista di Galizia ha celebrato come fosse proprio il trionfo del Pnv, e sopratutto la sconfitta dei popolari.

- IZQUIERDA UNIDA: La coalizione di sinistra, che comprende i comunisti, è riuscita a ricuperare una parte dell'emorragia di voti di Eh, guadagnando un seggio e diventando così il possibile ago della bilancia di un governo di coalizione. Il suo leader Javier Madrazo ha già posto i paletti: è disposto a governare insieme al Pnv, ma a condizione che partecipino anche i socialisti.

- EH, ETA: Il braccio politico dell'Eta ha sofferto la peggiore sconfitta della sua storia, dimezzando (da 14 a 7) i suoi seggi, in una chiara reazione di rigetto della violenza da parte dell'elettorato nazionalista, ma paradossalmente l'Eta si trova in condizioni favorevoli per rilanciare il suo discorso di trattativa verso la sovranità basca, grazie alla vittoria del Pnv. A condizione però che rinunci al terrorismo.

(kil/sda)