Spagna: elezioni basche i nazionalisti rischiano

Il voto è stato indetto con un anno e mezzo di anticipo sulla scadenza naturale delle legislatura, dopo che la fine della tregua unilaterale dell'Eta nel 1999 ha di fatto messo in crisi il governo di Juan Josè Ibarretxe, che contava sull'appoggio di Euskal Herritarrok (Eh), partito considerato il braccio politico del gruppo armato separatista.

L'uscita dal Parlamento di Vitoria dei 14 deputati di Eh, che hanno sospeso la loro partecipazione ai lavori dell'assemblea, ha obbligato Ibarretxe a convocare elezioni anticipate, in un momento di crescente radicalizzazione delle posizioni politiche rispetto alla complessa vicenda basca.

Infatti le due principali forze spagnole a livello nazionale - popolari e socialisti - non solo hanno sottoscritto un patto anti- Eta che antepone la lotta contro il terrorismo alla loro divisione politica, ma hanno anche lanciato una dura offensiva contro il Pnv e i nazionalisti moderati, accusandoli di favorire il separatismo radicale di Eh ed Eta.

Questa virtuale piattaforma costituzionalista - tanto i socialisti come i popolari fanno della Costituzione spagnola e lo Statuto basco la loro bandiera, contro il 'sovranismò dei nazionalisti, moderati o non - rappresenta per il Pnv il primo serio rischio di perdere il potere nel suo territorio dalla fine del regime franchista.

Ma gli osservatori sottolineano che, nei poco più di venti anni di storia del governo autonomo basco, nessuna elezione ha prodotto una maggioranza assoluta a Vitoria - il Pnv ha sempre governato o in minoranza o con l'appoggio dei socialisti - e molti sondaggi indicano che questo potrebbe tornare a succedere.

Se dunque l'alleanza fra il Pnv e i moderati di Eusko Alkartasuna non ottenesse la maggioranza (38 voti, la metà più uno dei 74 seggi dell'assemblea) e lo stesso succedesse con un'eventuale patto di governo fra socialisti e popolari - che però si presentano separati al voto - potrebbero diventare cruciali i voti di Eh o di Izquierda Unida (Iu), la coalizione di sinistra che comprende i comunisti.

Ogni previsione è inoltre falsata dal clima di paura che regna nel Paese Basco, conseguenza diretta della campagna terrorista dell'Eta - che ancora ieri notte ha fatto esplodere un'autobomba nel centro di Madrid facendo 14 feriti - e che si riflette nella consistente percentuale di persone che non rispondono alle domande dei sondaggi.

Gli osservatori hanno sottolineato un altro dato: le richieste per poter votare per posta si sono moltiplicate per due dallle elezioni scorse, specialmente nelle aree rurali, il che è visto come un segno che in certe zone esiste il timore di essere identificati secondo la propria scelta politica, specie se non si è nazionalisti.

Sia come sia, poco meno di due milioni di elettori sono chiamati ad esprimersi domani nelle tre provincie basche - Biscaglia, Alava e Guipuzcoa - e sarà al momento dello scrutinio che si scoprirà quale è stata la chiave di queste elezioni, se ha trionfato la paura o la speranza.

(kil/sda)