Terremoti: Svizzera ancora impreparata

Il fatto che negli ultimi 50 anni la Svizzera sia stata risparmiata da forti terremoti spiega proabilmente il relativo disinteresse al problema, ha dichiarato il professor Domenico Giardini alla presentazione del simposio che per due giorni vede riuniti circa 170 esperti della politica, dell'economia e della ricerca al Politecnico di Zurigo.

In realtà la Svizzera è stata colpita negli ultimi 1000 anni da circa 800 terremoti che hanno provocato danni o distrutto edifici, ha aggiunto il direttore del Servizio sismologico svizzero. Le regioni con la maggior concentrazione di sismi sono Basilea, il Vallese, la Svizzera centrale, la parte orientale della Valle del Reno e i Grigioni.

In media gli esperti calcolano che anche in Svizzera ogni 100 anni si può verificare un sisma della gravità di quelli registati l'anno scorso in Turchia o in Grecia. Il più grave terremoto registrato dalle cronache è quello che colpì Basilea il 18 ottobre 1356, con una magnitudo stimata fra 6,5 e 7 gradi sulla scala Richter. Un simile evento, potrebbe ripetersi ogni 1000 o 1500 anni e provocherebbe oggi danni per 100 miliardi di franchi e centinaia di morti.

Secondo Hugo Bachmann, professore di statica delle costruzioni al Politecnico di Zurigo, i terremoti sono fra tutte le catastrofi naturali quelle che rappresentano il maggiore rischio in Svizzera. Ma mentre per la prevenzione delle inondazioni gli enti pubblici investono ogni anno circa 600 milioni di franchi, per la prevenzione sismica viene speso al massimo qualche centinaio di migliaia di franchi.

In Svizzera esistono soltanto dal 1989 norme edilizie per la protezione sismica. Per la stragrande maggioranza delle costruzioni realizzate in precedenza non è però stato fatto nessun controllo. Secondo Bachmann, le costruzioni più a rischio sono i palazzi sorretti al pianterreno da piloni, come si è visto nel terremoto in Turchia.

Altre costruzioni a rischio sono gli edifici con la muratura in mattoni, ma anche diversi impanti chimici e ponti rischierebbero di andare distrutti con un terremoto di media entità, ha sottolineato l'esperto.

I sismologi chiedono già da tempo che si intervenga. In una recente pubblicazione la Società svizzera di ingegneria parasismica e dinamica strutturale (SGEB) ha presentato un catalogo di 60 misure che dovranno essere coordinate nell'ambito di un un Programma nazionale d'azione per la riduzione dei rischi simici (NAPER).

Le autorità hanno già fatto in primi passi in questa direzione. Il consigliere federale Moritz Leuenberger ha deciso un anno fa di affidare all'Ufficio federale dell'economia delle acque (UFEA) il compito di fissare le basi giuridiche di un'azione preventiva e di coordinare gli interventi ed i compiti prioritari in caso di movimenti tellurici.

Uno speciale gruppo di lavoro sulla prevenzione sismica è attualmente intento ad elaborare misure che saranno presentate al Consiglio federale entro la fine del 2000, ha dichiarato il direttore dell'UFEA, Christian Furrer.

(sda)