UE: più figli ma crescita quasi a zero

La crescita naturale, vale a dire la differenza tra nati e morti, nei quindici paesi dell'Unione Europea resta limitata a 277.700 unità. L'aumento della popolazione di 989.200 unità registrato al primo gennaio del 2000 è dovuto per più del 70% all'arrivo di 711.400 cittadini immigrati. Nella Ue oggi vivono 375.967.700 cittadini; 291.607.200 in Eurolandia.

Il tasso di fecondità è in crescita in dodici paesi e in calo in tre: in media, ciascuna donna europea ha 1,45 figli. Ma se si allarga lo sguardo a tutti i 41 paesi membri del Consiglio d'Europa, la media sale a 2,1. Molto più bassa quella italiana 1,21 nel 1999, contro l'1,20 del 1998.

Più prolifiche le americane (2,05) e le giapponesi (1,4). La media di figli per donna è poi dell'1,82 in Cina e del 3,18 in India. L'Europa è ancora il continente che dà il minore contributo alla crescita demografica mondiale: appena l'1,3% nel 1999, contro il 14,6% della Cina e ben il 20,8% dell'India.

Nonostante l'aumento dei matrimoni (5,1 ogni mille abitanti nel 1999 contro i 5 ogni mille del 1998) sono sempre di più i bambini che in Europa nascono al di fuori dei legami regolari.

Una nascita su due in Svezia, Estonia e Norvegia avviene al di fuori del matrimonio; alta la percentuale (40%) anche in Danimarca e in Francia. In Italia sono 8,7 i bambini nati nel '98 da persone non sposate. La situazione più regolare si registra in Grecia, dove solo quattro nascite su cento avvengono al di fuori delle unioni matrimoniali.

Gli europei apprezzano di più le nozze: in nove dei quindici paesi della Ue nel 1999 se ne sono celebrate in numero maggiore rispetto all'anno prima. Il tasso più elevato si è registrato in Portogallo, dove si sono celebrati 6,8 matrimoni ogni mille abitanti, il più basso in Svezia, solo quattro su mille. La voglia di abito bianco e confetti non ha contagiato l'Italia, dove il tasso dei matrimoni è rimasto uguale a quello del 1998: 4,8 ogni mille abitanti.

Il rapporto Eurostat contiene notizie confortanti sulla mortalità infantile, che continua a diminuire, e le speranze di vita media, che continuano a crescere. Nel 1999 nella Ue sono morti 5 bambini ogni mille nati, contro i 5,2 dell'anno prima e i 12,4 del 1980. I bebè nati anno scorso hanno una speranza di vita di 74,6 anni se sono maschi e di 80,9 anni se sono femmine.

Le bambine spagnole e francesi hanno le speranze di vita più lunga (82,5 e 82,3). Mentre sono i piccoli svedesi (77,1), greci e italiani (75,5) ad avere le chance più alte.

(sda)