Aids: non allineati con Sudafrica contro Case farmaceutiche

Dopo due giorni di incontri, i rappresentanti dei 33 Paesi hanno approvato ieri una dichiarazione comune che ribadisce il diritto alla salute di tutti i cittadini. Questo diritto ha la precedenza sulle regole internazionali sulla proprietà intellettuale e sulla tutela dei brevetti: «Nessun Paese deve quindi essere ostacolato nei suoi tentativi di percorrere qualsiasi strada per ottenere medicine essenziali», sostiene la dichiarazione finale del vertice.

È quindi legittimo, secondo i ministri della sanità, che un Paese importi o acquisti medicinali al prezzo più basso possibile, o permetta a ditte farmaceutiche locali di bypassare i brevetti esistenti per produrre le stesse medicine a un costo inferiore. Questa spinosa questione è proprio al centro di un processo che vede il governo del Sudafrica sul banco degli imputati, accusato da un'alleanza delle maggiori ditte farmaceutiche del mondo di violare la loro proprietà intellettuale.

Il processo, che riprenderà all'Alta Corte di Pretoria il 18 aprile, è considerato un test cruciale perchè dal suo esito dipenderà il futuro dei difficili rapporti tra ditte produttrici e governi, e del difficile equilibrio tra una legittima tutela dei brevetti e un'emergenza sanitaria come l'epidemia di Aids, che colpisce soprattutto i Paesi più poveri.

«Le azioni delle ditte farmaceutiche privilegiano i profitti sulle vite umane, come è evidente dall'azione legale da loro intentata contro il governo sudafricano, che è in realtà un'azione contro tutti i Paesi africani e tutti i Paesi in via di sviluppo», recita la dichiarazione finale del vertice.

L'epidemia di Aids, hanno dichiarato i ministri, è aggravata dall'alto prezzo dei medicinali, che i Paesi in via di sviluppo non possono permettersi. La dichiarazione finale invita quindi le organizzazioni internazionali e i Paesi «ricchi» a «esercitare la la loro influenza sulle ditte farmaceutiche affinchè abbandonino questa ingiusta azione legale e instaurino un vero dialogo con i Paesi in via di sviluppo per assicurare che le medicine essenziali abbiano un prezzo moderato».

(bb/sda)