Denaro sporco: bloccati lo scorso anno in Svizzera 1,5 miliardi

Il direttore supplente dell'UFP Jean-Luc Vez ha dichiarato oggi a Berna che l'obbligo di comunicare ancorato nella legge sul riciclaggio, in vigore da due anni, ha dato frutti. In precedenza, annualmente si registravano da 30 a 40 comunicazioni, ha aggiunto.
L'aumento registrato tra il 1. aprile 1999 e il 31 marzo 2000 non significa che in quel periodo sia stato riciclato in Svizzera più denaro del periodo precedente, sottolinea l'Ufficio della comunicazione dell'UFP nel secondo rapporto d'attività. Secondo gli autori del documento, la crescita dei casi sospetti dimostra tuttavia che i riciclatori non possono più agire impunemente nell'ombra.

Le disposizioni legislative sono state prese sul serio da molti attori della piazza finanziaria svizzera, in particolare dalle banche da cui è partito l'85% delle comunicazioni. Il contributo dei settori non bancari rimane invece al di sotto delle aspettative. In questo settore - ha sottolineato Vez - si devono ancora compiere sforzi di sensibilizzazione.
Delle 370 comunicazioni ricevute nel 1999, l'Ufficio competente ne ha trasmesse 256 (per complessivi 1,45 miliardi di franchi) alle autorità di perseguimento penale. I cantoni di Ginevra, Zurigo e Ticino sono finora stati i centri finanziari principalmente coinvolti.

Le comunicazioni sono state motivate soprattutto da operazioni che riguardano la criminalità economica. Se giuridicamente i principali operatori coinvolti sono società offshore (di stanza soprattutto nei Caraibi, sull'Isola di Man, sulle isole del Canale della Manica e nel Liechtenstein), gli aventi economicamente diritto sono sovente persone di nazionalità russa.

Giustizia ginevrina
Numerose comunicazioni concernevano le vicende «Bank of New York» e «Abacha». Nel primo caso, gli articoli di stampa pubblicati nell'autunno 1999 sulle inchieste svolte negli Stati Uniti spiegano il numero elevato di comunicazioni (26). Tutte sono state trasmesse alla giustizia ginevrina, pur essendo interessati altri cantoni.
La commissione rogatoria delle autorità negeriane sui familiari di Sani Abacha, pubblicata dall'UFP, ha invece provocato un aumento delle comunicazioni in relazione ai fondi dell'ex dittatore africano. Anche queste ultime sono state trasmesse a Ginevra e concernono circa 800 milioni di franchi.

Procedura lenta
Nel 1998, il 63% delle 107 comunicazioni trasmesse dall'Ufficio di comunicazione alle autorità di perseguimento penale hanno provocato l'apertura di procedimenti ancor'oggi in sospeso. La maggior parte dev'essere portata avanti nell'ambito di procedure d'assistenza penale con l'estero, ciò che richiede molto tempo. In media da due a tre anni, ha precisato Jean-Luc Vez.
Per questo motivo - si legge nel rapporto - non ci sono ancora state sentenze passate in giudicato o provvedimenti di sequestro. Un fatto che - secondo il rapporto - non dev'essere interpretato come un segno d'inefficienza: l'apertura di un procedimento penale ha di per sé già un effetto dissuasivo e contribuisce alla buona reputazione della piazza finanziaria elvetica, rileva ancora l'Ufficio di comunicazione.

Il numero delle inchieste avviate regge perfettamente il paragone con quelle svolte a livello internazionale. Del resto, la cooperazione internazionale svolge un ruolo decisivo nella lotta contro il riciclaggio di denaro. In quest'ordine di idee, lo scorso anno è stata firmata una dichiarazione d'intenti con il Belgio. Accordi del genere - afferma ancora il rapporto - sono previsti con Francia, Finlandia e Repubblica ceca.

(sda)