Internet: nel 2005 avremo il villaggio globale

«È del tutto possibile che per la fine del 2004» anche nel più remoto angolo del Sahara, «a mezza giornata di cammino o su un carretto si possa avere un punto d'accesso» a Internet, ha detto oggi il consulente per le tecnologie per l'informazione dell'ONU Chuck Lankester, illustrando a una conferenza stampa al Palazzo di Vetro un rapporto sulle telecomunicazioni nel mondo.
Esiste la potenzialità ma perché questa si trasformi in dati di fatto bisogna eliminare il «divario digitale», ha sottolineato Lankester facendo il punto sulle conclusioni di una commissione di esperti di governi di Africa, Asia, Europa dell'Est e di fondazioni e aziende private.

Solo il 5% della popolazione mondiale cioè può attualmente beneficiare delle decine di miliardi di dollari generati dal commercio elettronico e se non si ridurranno le differenze nello sviluppo industriale e tecnologico, stando a Lankester, i paesi più poveri «rischiano non solo d'essere marginalizzati ma addirittura lasciati del tutto indietro» nel mercato globale.
Di qui l'invito a governi e aziende a lavorare per garantire ai cittadini punti d'accesso pubblici a Internet.
Quel che serve è un'iniziativa globale, secondo il rapporto che verrà discusso anche al vertice del Gruppo delle Otto maggiori potenze industriali di luglio a Okinawa, e le Nazioni Unite dovrebbero curarsi di creare una commissione che coordini piani e progetti, strategie private e piattaforme pubbliche.

Per dare impulso all'iniziativa Lankester ha proposto di creare un fondo con 500 milioni di dollari offerti da governi, fondazioni ed enti civili, come investimento sociale, e altri 500 milioni offerti dai privati, come investimento su ritorni futuri. Ideale sarebbe che ciascun governo istituisse quindi fondi locali di sostegno allo sviluppo dell'industria e del mercato delle telecomunicazioni.

Anche i grandi creditori potrebbero dare un contributo, sempre secondo gli esperti, depennando l'1% del debito estero ai paesi in via di sviluppo che investano altrettanto in tecnologie per l'informazione e le comunicazioni, indispensabili anche per lo sviluppo dei trasporti e delle strutture scolastiche e sanitarie pubbliche.
Aiutare i meno avanzati su questo fronte è un dovere non secondario della comunità internazionale che a chi ha bisogno, ha ricordato Lankester, deve saper offrire tanto il pane per sfamarsi oggi, quanto i mezzi per procurarsi altro pane domani.

(sda)