Con sorpresa generale, nella sessione di primavera la Camera dei
cantoni aveva rinviato la nuova legge sul cinema al mittente, ossia
al Consiglio federale. La maggior parte delle critiche riguardava
l'eccessivo intervenzionismo dello Stato in questo settore.
La commissione del Nazionale ha aspramente criticato questo modo
di procedere, ha dichiarato oggi alla stampa il suo presidente
Johannes Randegger (PLR/BS). Egli ha precisato che certi membri
della commissione si sono detti convinti che il Consiglio degli
Stati si sia fatto eccessivamente influenzare dalla lobby
cinematografica americana.
Il Consiglio nazionale dovrà decidere a favore o contro il
rinvio nella prossima sessione di giugno. Se si oppone al rinvio
della legge, come chiede all'unanimità (con un astenuto) la sua
commissione, il Consiglio degli Stati dovrà pronunciarsi nuovamente
sul tema in autunno. Se invece la Camera del popolo dovesse
confermare il rinvio, allora lo stesso sarà definitivo.
Ma la commissione del Nazionale - come ha spiegato Johannes
Randegger - ha preso le dovute precauzioni per evitare
quest'eventualità. Ora dispone di certe garanzie in questo senso.
Le stesse sono frutto di un accordo raggiunto una settimana fa, in
occasione dell'incontro a Zurigo tra i consiglieri agli Stati Peter
Bieri (PPD/ZG), Fritz Schiesser (PLR/SG) e Anton Cottier (PPD/FR),
che è anche presidente di Pro Cinema, nonché altri esponenti del
settore.
I vari gruppi d'interesse si sono messi d'accordo per trovare
una soluzione che accordi maggiore autonomia al settore del cinema
nei suoi sforzi intesi a garantire la varietà dell'offerta e la
diversità linguistica. La ministra della cultura Ruth Dreifuss
sostiene questa soluzione, ha precisato Randegger.
(kil/sda)