Silone: ordino´ la polizia fascista

La dirigenza della polizia fascista, che non aveva ancora letto il romanzo, sembra che non avesse valutato affatto la possibilità che quello fosse solo un nome di fantasia, senza alcun riscontro topografico reale. E quando gli agenti inviati in Abruzzo, nell´estate del 1933, continuarono a fornire risposte obbligatoriamente imprecise, alcuni di loro cominciarono a ipotizzare che non di paese si trattasse bensì del cognome di una persona, avviando anche in questo caso ricerche.

La curiosa vicenda emerge dalla lettura del fascicolo della polizia mussoliniana sullo scrittore (sul quale gravano sospetti di essere stato un informatore dell´Ovra) conservato all´Archivio Centrale dello Stato a Roma. Le ricerche su Fontamara scattarono verso giugno del 1933 dopo che i funzionari dell´Ufficio Affari generali e riservati del Viminale cominciarono a ricevere numerosi rapporti dagli informatori stranieri sullo straordinario e immediato successo europeo del romanzo.

Le carte fasciste evidenziano una serie di bizzarri equivoci in cui caddero i dirigenti dell´Ovra, convinti che Fontamara esistesse davvero e che lì si stesse preparando una rivolta antifascista. Così le autorità pubbliche dell´Abruzzo furono incaricate di fare ricerche per localizzare il villaggio visitato - nella finzione letteraria - da una squadra di fascisti. Ma com´era nato l´equivoco? Gli informatori stranieri avevano preso alla lettera la prefazione che accompagnava la prima edizione tedesca del romanzo, uscito nell´aprile 1933, dove il narratore scriveva: "I fatti che sto per raccontare si svolsero nell´estate dell´anno scorso a Fontamara".

Gli agenti dell´Ovra residenti nelle città europee informarono i loro capi a Roma delle continue traduzioni (in dodici lingue dopo appena sei mesi) di "Fontamara" e inviarono copie di tutte le entusiastiche recensioni delle più prestigiose firme della cultura europea. Le ricerche per tentare la localizzazione continuarono per sette mesi, fino a quando i funzionari fascisti, come si legge in un rapporto del gennaio 1934, dovettero prendere genericamente atto che Fontamara era niente più che "un paesetto dell´Abruzzo".

Ma la vicenda non finì qui. Perchè nel febbraio 1934 si cominciarono a battere altre piste per cercare di trovare una soluzione all´enigmatico titolo del fortunato romanzo siloniano. "Fontamara è lo pseudonimo di uno scrittore che ha pubblicato altri romanzi", assicurava un informatore ai superiori, che subito ordinavano: "Si prega favorire notizie di certo Simone Fontamara, che risiederebbe in codesta citta"´, cioè a L´Aquila. L´agente abruzzese a cui furono chieste notizie non seppe però individuarlo: "Irreperibile", annotò sul rapporto.

(klei/sda)