Tennis: Juan Carlos Ferrero re di Roma

I due bravi ragazzi, i migliori del momento sulla terra rossa, hanno giocato una partita alla morte, si sono tirate sassate, si sono spediti micidiali palle corte per 3 ore, regolando il vecchio conto di 12 mesi fa nelle semifinali del Roland Garros, ma alla fine erano abbracciati, prodighi di complimenti l’uno per l’altro, sorridenti e felici per questa grande opportunità che lo sport gli ha offerto.

Ha vinto lo spagnolo, che doveva vendicare la sconfitta di allora, quando s’afflosciò da 2 set a uno e un break di vantaggio al quarto. Ma non ha perso di sicuro il brasiliano, alla terza finale consecutiva qui a Roma, capace comunque di vincere davanti al microfono di Lea Pericoli. Quand’ha ricordato persino: "il giorno della mamma, madri e mogli sono le persone più important"». Lui che, con un fratello handicappato, regala sempre parte del premio dei suoi match in beneficienza, lui che non ha mai litigato con un avversario, lui che ha sempre il sorriso sulle labbra.

Ferrero è diverso: lui la mamma l’ha persa per un brutto male e anche per questo è più introverso. Lui, figlio del grande lavoro, vince per la prima volta un torneo Masters Series dopo una finale intensa, cominciata con lo scatto troppo violento del brasiliano e finita col quello affranto, infilato dalle frecciate da fondo dello spagnolo. Lui sente che, a 21 anni, è già sulla rampa di lancio di un Grande Slam, il prossimo, il 27 maggio a Parigi. Magari, come l’anno scorso, si ripeterà la finale dell’anno scorso a Roma.

(kil/Ansa)