Napoli - Leonardo da Vinci fu anche
regista teatrale e creatore di eccezionali scenografie. Una
passione di cui finora si sapeva ben poco, ma che è stata svelata
da uno sconosciuto foglio di disegni leonardeschi scoperto dal
professor Carlo Pedretti, il massimo studioso del genio di Vinci.
Pedretti gli ha dato la caccia per quasi cinquant'anni, ma solo
ora ha avuto l'autorizzazione a mostrare l'inedito documento in
anteprima mondiale: si tratta di un bozzetto di scenografie per «la
montagna che si apre» della tragedia «Orfeo» di Angelo Poliziano.
Il foglio è giunto appositamente oggi dalla Svizzera a Napoli
dove sarà esposto fino al 23 luglio all'Archivio di Stato,
nell'ambito della mostra «Parleransi li omini... Leonardo e
l'Europa», organizzata dal Museo Ideale Leonardo, diretto dal
professor Alessandro Vezzosi, con la consulenza scientifica dello
stesso Pedretti.
Assicurato per 20 miliardi di lire, il foglio è custodito dalla
The Rossana and Carlo Pedretti Foundation di Los Angeles, che lo ha
ricevuto in consegna dai proprietari svizzeri, i quali per ragione
di sicurezza hanno richiesto l'anonimato. Il foglio è giunto
all'aeroporto di Capodichino scortato da agenti della sicurezza
privata.
Pedretti, direttore del Centro Armand Hammer dell'Università
della California a Los Angeles, ha accertato che il foglio con lo
schizzo per la rappresentazione dell»'Orfeo» faceva parte del
Codice Atlantico di Leonardo custodito alla Biblioteca Ambrosiana
di Milano, dove fu sottratto al tempo delle confische napoleoniche.
Secondo gli studi di Pedretti, la tragedia di Poliziano fu
diretta da Leonardo a Milano nel 1508 in onore del governatore
francese Charles d'Amboise. Per l'occasione, il grande artista
toscano aveva progettato una montagna apribile, che, a seconda
della scena, si trasformava o in «caverna» oppure «inferno», grazie
anche all'impiego di appropriati effetti luminosi. L'apparizione
sul palco del dio degli inferi, Plutone, avveniva simultaneamente
all'apertura della montagna che dominava la scena.
Gli schizzi 'tecnologicì presenti sul foglio rivelano che
Leonardo aveva progettato anche un palcoscenico alquanto elevato da
terra, grazie ad un meccanismo installato nel sottopalco, che
consentiva di cambiare in pochissimo tempo l'ambientazione della
tragedia. Una montagna circondata da colline e da un laghetto si
poteva trasformare in una decina di minuti in una grande grotta
scavata nella roccia, con porte di uscita ed entrata, ed illuminata
da fuochi di vari colori.
Finora si sapeva ben poco di questa attività teatrale
dell'autore del «Cenacolo» e gli unici accenni, quale organizzatore
di feste e spettacoli erano riferiti dal suo primo biografo e
contemporaneo, lo storico Paolo Giovio. Ma questo studioso umanista-
spiega il professor Pedretti - aveva documentato il suo presunto
lavoro teatrale presso la Corte degli Sforza solo fino al 1490/92.
Le indagini scientifiche del direttore dell'Hammer Center
dell'Ucla hanno permesso, inoltre, di identificare con precisione i
personaggi della tragedia del Poliziano (Orfeo, Euridice e Aristeo)
negli schizzi del frammento di Windsor e di altri due fogli del
«Codice Atlantico».
Allo stesso argomento sarebbero da collegare - sempre secondo
Pedretti - altri enigmatici schizzi del «Codice Arundel» nel
British Library di Londra, finora identificati con una
rappresentazione teatrale avente per scena il «Paradiso di
Plutone», cioè gli inferi. Ebbene, ha detto lo studioso, quella
scena fa parte proprio dell»'Orfeo» del Poliziano.
(sda)