Francia: e anche parigi scoprì i boat-people

Sono arrivati una settimana fa, naufragando fra i lussi della Costa Azzurra su una delle tante "carrette" del mare, l"East Seà, proveniente forse dalla Turchia, con marinai siriani. Erano 900, per metà bambini, e sono stati prima accolti nel terreno di una caserma a Frejus, poi muniti di un salvacondotto di otto giorni.

"Vogliamo rimanere qui", avevano detto i profughi, ma dopo qualche giorno i primi gruppi hanno cominciato ad uscire dal campo allestito dalla Croce Rossa. Direzione Parigi, il centro della Francia, Strasburgo, per alcuni la Germania, alla ricerca del contatto con familiari già residenti in quel paese. Ma il salvacondotto era valevole soltanto per circolare in Francia, quindi a decine sono stati fermati e ricondotti immediatamente al confine.

Le immagini delle famiglie vestite di stracci e fotografate sotto i cartelli di Saint-Tropez, quelle di Sylva, bimba nata a bordo dell"East Seà appena prima del naufragio, le storie di stenti e di ricatti dei "negrieri" del mare hanno invaso telegiornali e stampa del paese.

Inedita in Francia, la vicenda della nave dei curdi ha acceso il dibattito su cosa fare per prevenire gli sbarchi o per affrontare l´emergenza profughi. In settimana, molte voci si sono levate ad accusare la Turchia di aver organizzato l´inedito sbarco in Costa Azzurra come rappresaglia per il riconoscimento ufficiale della Francia del genocidio armeno.

Accusa impossibile da provare ma che, agli occhi della Francia, avrebbe rappresentato almeno un motivo per giustificare la scelta di finire sulle coste francesi invece dei più vicini lidi italiani. Le autorità doganali affermano che la ´East Seà non aveva mai solcato i mari francesi, ma che fu segnalata nel maggio 2000, al largo della Sardegna. E sarebbero state le autorità italiane ad effettuare un controllo tecnico sull´imbarcazione, nel luglio scorso a Vibo Valentia.

Sembra che dall´Italia, in quell´occasione, sia partita una segnalazione all´Interpol riguardo i "carichi umani" dell´East Sea. Nella serata di oggi sono ancora una cinquantina i profughi curdi bloccati nell´est della Francia, dopo essere stati rispediti indietro dalla Germania. "Familiari, amici, una comunità di oltre mezzo milione di curdi e l´attrattiva del marco", secondo le autorità francesi, li spinge a tentare l´avventura tedesca.

A Parigi, è arrivato nel pomeriggio dal sud un drappello di 38 profughi partiti da Frejus con mezzi propri. Saranno ospitati da volontari e da operatori di Emmaus, l´associazione caritativa dell´Abbé Pierre. Quattrocento persone hanno lasciato, a gruppi, Frejus nelle ultime 48 ore, diretti in tutta la Francia. Di qualcuno si sono perse le tracce, altri sono attesi nelle destinazioni assegnate, in tutta la provincia francese.

(klei/news.ch)