Germania: Fischer a processo ricorda - Klein ci piaceva

Accuse gli ha rivolto invece il figlio di una vittima del terrorismo negli anni '70. Mostrandosi di buonumore e sollecito nel rispondere alle domande del giudice, Fischer ha spiegato che «negli ambienti (della sinistra extraparlamentare degli anni '70 a Francoforte) Klein veniva affettuosamente, ma anche ironicamente, chiamato Klein-Klein» (piccolo-piccolo).

Col tempo poi prese una brutta deriva (il terrorismo), ha aggiunto, precisando di non avere mai abitato nella stessa casa con lui e di non ricordarsi l'ultima volta che lo ha visto. Fischer ha anche ammesso di avere picchiato un polizotto a una manifestazione il 7 aprile '73 e come motivazione del clima di quegli anni ha addotto: «Ci definivamo rivoluzionari».

Al suo ingresso in aula, Fischer ha salutato l'ex amico con un cenno della testa. Mentre parlava, Klein è rimasto immobile col volto inespressivo e senza quasi mai alzare il capo. Descrivendo l'atmosfera fra i militanti quegli anni, Fischer ha detto: «Ci si sentiva stranieri nel proprio paese». Manifestazioni di solidarietà, sono giunte a Fischer dai Verdi e, ieri, dal cancelliere Gerhard Schroeder, mentre l'opposizione continua a chiedere che faccia completa chiarezza o si dimetta.

Il figlio dell'industriale Schleyer assassinato dai terroristi della Raf, Hanns-Ederhard, lo ha invece accusato di «corresponsabilità per ciò che è accaduto in questa Repubblica negli anni '70». In dichiarazioni alla 'Saarbruecker Zeitung' ha detto che Fischer è stato più che un simpatizzante della violenza: la «sufficienza con cui cerca di spiegare la situazione del tempo è estremamente fastidiosa».

(la/dpa)